22/04/09

ASSEMBLEA PUBBLICA

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Art. 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Art. 35 La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.

Art. 36 Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

Art. 37 La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore…

ASSEMBLEA PUBBLICA

dei lavoratori e delle lavoratrici della Valle Brembana a fronte della crisi

Giovedì 30 APRILE 2009 - ore 20,30

c/o CineTeatro di San Giovanni Bianco - BG

Parleranno delegati RSU e lavoratori delle aziende brembane

Saranno presenti Giovanna Vertova Docente di Economia Politica all'Università di Bergamo Roberto Trussardi Avvocato - Esperto in Diritto del Lavoro

Martino Signori Segreteria Provinciale CGIL - Camera del Lavoro di Bergamo

Coordina Fabrizio Consonni Unità Popolare Valle Brembana – Collettivo Domenico Belotti

Manifestazione del 20 dicembre 2008

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Organizzano e partecipano RSU, lavoratori e lavoratrici: Meccanica Brembana S. Giovanni Bianco, CMS Zogno, SANPELLEGRINO S. Pellegrino T., Manifattura Valle Brembana Zogno, AREVA T&D FIR S. Pellegrino T., BREMBO, VALBREM Lenna e Unità Popolare Valle Brembana - Collettivo Domenico Belotti

clip_image004Anche in Valle Brembana è arrivata la grande crisi che distrugge posti di lavoro e molte aziende, come in diverse parti d’Italia, speculano sui pur validi ammortizzatori sociali mettendo in mobilità i lavoratori o ne approfittano per chiusure selvagge senza nemmeno tentare tutte le strade possibili per salvaguardare i posti di lavoro. Cosicché i lavoratori sono i primi a pagare pesantemente il conto degli errori fatti da imprenditori e manager che

Manifestazione del 20 dicembre 2008

con le loro speculazioni prima immobiliari e poi finanziarie ed infine economiche hanno portato allo sfacelo sociale.

I provvedimenti del Governo, scarsi ed insignificanti, vanno solo nelle solite direzioni: banche e rottamazione di automobili!

Le amministrazioni locali in questi ultimi anni sono state per lo più alla finestra a guardare ed ora mostrano ancor di più la loro impotenza e impreparazione. Ma dov’è finita la politica che doveva rilanciare l’occupazione nei nostri territori?

Bisogna creare un nuovo tessuto economico e sociale con i soldi pubblici! Essi non vanno spesi per permettere agli “amici” di mettere le toppe alle loro chiappe! Ci vuole un piano di sviluppo da parte dello Stato e degli Enti locali che deve rendere conto dei risultati ai cittadini: posti di lavoro creati; diritti mantenuti; servizi sociali che rendano uguali tutti i cittadini, nelle opportunità e nelle prospettive (soprattutto per i giovani).

Insieme alla salvaguardia dei posti di lavoro è doveroso e opportuno mobilitarsi contro le privatizzazioni di scuola, sanità, beni fondamentali, trasporti, energia… perché ci si possa ancora sentire cittadini e non nuovi sudditi, come ai tempi della nobiltà e il clero.

E’ il momento di difendere le nostre vite dal capitalismo che mantiene buona parte della popolazione in una condizione di SOTTOSALARIO! Lo sfruttamento aumenta la crisi perché riduce la domanda dei beni di largo consumo.

Non facciamoci ingannare da false chiacchiere sul mercato. Non ci sono cinesi o extracomunitari da battere: c’è da ricreare un tessuto economico capace di guardare al mercato mondiale con cooperazione e intelligenza.

I lavoratori sono deboli e impauriti se restano soli, ma insieme possono far sentire la voce di un mondo nuovo! Insieme possono far abbassare la cresta a personaggi che chiedono i soldi pubblici con arroganza (Marcegaglia) senza dire grazie e senza creare vere prospettive occupazionali, dopo aver predicato per anni il libero mercato e il liberismo contro lo statalismo.

In Valle Brembana la situazione è sempre più grave: occorre dare forza e voce alla indignazione sociale e sottrarla ai giochi di partito, poco dignitosi in questa fase di grave incertezza sociale.

Chiediamo il contributo di tutti e pensiamo che il buon senso della gente possa farci uscire dal pantano del senso comune impostoci da TV e Stampa (razzismo, allarme sicurezza, ronde…) che ci sta portando verso il baratro di una società che guarda solo ai soldi.

La Valle Brembana non ha bisogno di “percassate”, di case da gioco, di beauty farm ed outlet di marca ma di posti di lavoro concreti.

INVITIAMO TUTTI I LAVORATORI a partecipare, portare le loro esperienze e solidarizzare con gli altri lavoratori nella ricerca unitaria di risposte e azioni comuni su come affrontare questa terribile crisi.