28/04/00

Domenico




Comunista da sempre, con la mente e il cuore rivolti ai problemi dei proletari di tutto il mondo, amante della montagna e della semplicità, impareggiabile nei rapporti umani.


Ho incontrato Domenico l’ultima sera dei suoi giorni, prima che affrontasse l’estremo sentiero della sua vita, con Manuela, sulle montagne della Valle Brembana. Era sereno e insieme abbiamo riso del comportamento di certi politici di sinistra che si ripresentano con vecchie e trite parole, e cercano di riguadagnare consenso, nella loro immutabile incapacità di guardare a quanto è accaduto in questi ultimi anni.

Il 26 agosto scorso non riuscivo a credere alle parole di Fausto che mi diceva che Domenico era morto. A 50 anni! Tutti noi comunisti di Valle Brembana abbiamo condiviso un dolore terribile. Domenico ci ha lasciato l’esempio meraviglioso della sua grande umanità. Ne faremo tesoro nel percorso di impegno politico che ci attende dopo la disfatta della sinistra elettoralistica.

Quante volte Domenico aveva fatto parte del servizio d’ordine che vigilava sull’ incolumità del segretario del PRC! Rideva e soffriva per quanto stava accadendo nel partito che lo aveva visto militante instancabile per tanti anni.


Insieme a noi egli ha condiviso il progetto di UNITA’ POPOLARE: con impegno ci si rimbocca le maniche e si torna a costruire un argine sia al nuovo fascismo delle destre, sia al disfacimento della sinistra, ormai allo sbando, guidata da gruppi politici talvolta arroganti, incapaci di rispondere alle esigenze del proletariato, sempre più numeroso e sempre più povero.
Il nome di “Unità Popolare” ci è adesso più caro perché lo aveva proposto Domenico, con la sua semplicità e con la sua grande capacità di condivisione.

Domenico non era un parolaio e non dava risposte facili o banali. Molte volte mi rimproverava e mi sollecitava ad approfondire l’analisi in relazione a come si prefigura un percorso verso una società che conduca al superamento del capitalismo. I gruppi dirigenti di Rifondazione avevano di fatto abbandonato questo compito oppure falsificavano il senso stesso della domanda. Domenico soffriva a modo suo per questa cosa, con compostezza, ma lottava con determinazione per trovare nuovi spazi di aggregazione, dal basso, di tutti i compagni in un confronto leale e libero, a mente aperta.

Tante volte Domenico ha partecipato agli incontri previsti con altre forze politiche della Valle e si è sempre distinto per la sua correttezza e coerenza. La gioia più grande per Domenico era quella di poter condividere momenti di partecipazione reale, concreta, con i giovani, con i compagni e con le compagne nella costruzione di momenti che, dalle esperienze reali, prospettassero l’alternativa al capitalismo.

Due parole sintetizzano per Domenico tutto questo: unità popolare.

Compagno Domenico ricordo ancora le tue parole quando per le prime volte incontrai i compagni del Circolo di Valle Brembana. Dicesti: “Sono contento di come cresce il nostro circolo”. Io sono contento di averti conosciuto, compagno Domenico, insieme nell’ultima campagna elettorale abbiamo affisso i manifesti con la falce e il martello: che tristezza per entrambi vedere lì accanto l’insignificante simbolo della cosiddetta “Sinistra arcobaleno”. Per te falce e martello erano orgoglio umano e progetto di un’altra società senza i quali i proletari avrebbero visto allontanarsi le proprie speranze di riscatto. A te, con orgoglio, dedichiamo la nostra militanza.
A PUGNO CHIUSO!


GRAZIE a tutti per la sincera partecipazione e per l’apprezzamento umano e politico espresso in occasione della sua morte.

Aldo per tutti i compagni di Unità Popolare Valle Brembana - Collettivo “Domenico Belotti”